Il Microbiota Vaginale
Il microbiota vaginale sano, ovvero il gruppo di batteri che normalmente risiedono in una vagina sana, è dominato dal genere Lactobacillus, con oltre 20 specie rilevate. Tuttavia, nella maggior parte delle donne la microflora vaginale sana ne contiene principalmente tre o quattro tra le quali: Lactobacillus crispatus, Lactobacillus iners, Lactobacillus jensenii e Lactobacillus gasseri. Sono presenti anche una varietà di altri batteri come: Staphylococcus, Ureaplasma, Corynebacterium, Streptococcus, Peptostreptococcus, Gardnerella, Prevotella, Clostridium, Bacteroides, Mycoplasma, Enterococcus, Escherichia, Veillonella, Bifidobacterium e Candida, che, in quantità molto basse, non causano patologie. Ma quando questo equilibrio si rompe, è possibile andare incontro a quelle situazioni di disbiosi vaginale quali la vaginosi batterica, la vaginite aerobica e la candidosi vaginale, che spesso sono ricorrenti più volte all’anno rendendo veramente fastidiosa se non impraticabile l’attività sessuale, ed affliggono la comune vita quotidiana. Queste condizioni non più fisiologiche dell’ecosistema vaginale possono anche essere causa di una ridotta capacità di ottenere una gravidanza in quanto rendono inospitale la vagina per gli spermatozoi rallentandone i movimenti; ed in caso di gravidanza possono portare a aborto precoce o parto pre-termine. È stata dimostrata anche l’associazione con l’aumento della possibilità di una lesione pre-tumorale del collo dell’utero in quanto una disbiosi vaginale può aumentare la patogenicità di una concomitante infezione da HPV ad alto rischio, o facilitare l’infezione da Herpes o HIV.
Perché analizzare e studiare il microbiota vaginale?
Il microbiota batterico della vagina umana può avere un profondo impatto non solo sulla salute delle donne ma anche dei loro neonati. Il comune esame batteriologico vaginale, soprattutto se eseguito con metodiche di amplificazione genica presso laboratori specializzati, è un utile strumento per la rilevazione di germi patogeni a livello vaginale, di condizioni di disbiosi o di infezioni sessualmente trasmissibili, ma identifica solo la presenza di un dato microrganismo in quantità patologiche, ma non consente di avere un quadro completo del microbiota e degli equilibri al suo interno. Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi studi che hanno esaminato il microbiota di migliaia di donne, classificando l’appartenenza di ogni singola donna ha uno di 5 gruppi specifici (CST: community state type) a seconda della prevalenza delle famiglie di batteri presenti nella vagina. È stato dimostrato che l’appartenenza al gruppo 1 (CST-1) identifica quelle donne con una prevalenza di Lactobacillus Crispatus, le quali avranno un rischio minore rispetto agli altri gruppi di incorrere in vaginosi e vaginiti, tumore del collo dell’utero, infertilità, aborto precoce e parto pre-termine.
Identificare l’appartenenza della donna ad un dato gruppo, attraverso lo studio del genoma vaginale, permette quindi di poter modificare, attraverso la terapia corretta e la consulenza di un ginecologo esperto, il microbiota presente portandolo a corrispondere al CST-1, ovvero al gruppo a basso rischio.
A chi è consigliato lo studio del microbiota vaginale?
Lo studio del microbiota vaginale è consigliato a tutte le donne, di qualsiasi età, con disturbi vaginali, vaginosi e vaginiti ricorrenti anche con risultati negativi al comune esame batteriologico vaginale.
È oltremodo consigliato a quelle donne con pap-test positivo, alle donne che ricercano una gravidanza e alle donne in gravidanza.
Come funziona?
Il prelievo viene effettuato con un particolare tampone (simile a quello del batteriologico vaginale) ed inviato ad un centro specializzato in genomica che effettuerà l’esame del campione e invierà alla donna ed al ginecologo curante un referto con la descrizione del microbioma. Nello stesso momento è anche possibile effettuare un prelievo per un eventuale paptest o per la ricerca di infezioni sessualmente trasmissibili per avere un quadro più approfondito. Il ginecologo discuterà poi con la donna i risultati, indicando la terapia e le abitudini comportamentali corrette per poter ripristinare il proprio microbioma vaginale verso il giusto equilibrio, diminuendo in questo modo tutti i rischi correlati ad una flora vaginale non corretta.
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