Fibromialgia
La fibromialgia (FM) è una malattia reumatica non articolare che può avere vari effetti cronici sulla salute come dolore muscoloscheletrico, rigidità, episodi di dolore acuto e stanchezza. Colpisce circa il 2,3% della popolazione europea, la maggior parte delle quali sono donne tra i 20 ed i 55 anni di età. A livello nazionale la sindrome non rientra nell’elenco delle malattie croniche per le quali è prevista l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria.
La diagnosi di fibromialgia si basa essenzialmente sulla valutazione clinica del paziente, sul
soddisfacimento di specifici criteri e sull’esclusione di altre ipotesi diagnostiche. La diagnosi differenziale si presenta complessa, a fronte dell’ampio numero di patologie e sindromi che, assieme ad altri segni e sintomi, possono presentare una sintomatologia fibromialgica. L’esclusione di altre patologie e sindromi può essere ottenuta sulla base di una anamnesi accurata, dell’esame obiettivo, e di un set limitato di esami di laboratorio, dal momento che la fibromialgia non è caratterizzata da anomalie di laboratorio o strumentali.
La fibromialgia ha un impatto negativo sullo svolgimento delle normali attività quotidiane e sulla vita sociale. In particolare, può portare all'impossibilità di lavorare, aumentando l’assenteismo lavorativo. Negli ultimi decenni, diversi studi hanno suggerito che anche la funzione sessuale sembra essere alterata nei pazienti con FM, sia negli uomini, che nelle donne.
I fattori che più influenzano la funzione sessuale femminile sono: mancanza di mobilità e dolore muscolare che può limitare i rapporti sessuali e limitare notevolmente l'attività sessuale ed affettiva (anche solo un abbraccio può essere doloroso); facile affaticamento e stanchezza, diminuzione della libido e depressione: diversi studi epidemiologici e clinici rivelano come la depressione sia associata ad alterazioni della funzione sessuale femminile ed al calo della soddisfazione sessuale. Tutti questi sintomi possono influenzare la normale funzione sessuale delle donne con FM e, in generale, la loro attività della vita quotidiana, sociale e lavorativa.
Kayhan et al, in uno studio caso-controllo, hanno rivelato come alcune disfunzioni sessuali siano più frequenti nei pazienti con FM, in particolare la disfunzione correlata alla mancanza di desiderio sessuale e alla compromissione dell'eccitazione sessuale. Inoltre, questi autori sottolineano come i disturbi dell'umore ed anche l'ansia siano comunemente osservati nei pazienti con FM. L'umore depresso e l'ansia potrebbero essere responsabili quindi del calo del desiderio sessuale e dei problemi di eccitazione sessuale nei pazienti con FM. Il dolore causato da questa patologia tende ad interrompere molte delle attività della vita quotidiana ed occupa spesso i pensieri di chi ne è affetto, essendo una sensazione dalla quale è difficile disconnettersi. Lo sviluppo della FM nelle donne coinvolge la coppia che dovrà quindi affrontare un percorso di elaborazione di una nuova vita sessuale che possa coesistere con questa malattia che interferisce con il desiderio sessuale e le esperienze di piacere sessuale e, per risolverlo, è necessario che la coppia diventi una vera rete di sostegno reciproco. Le coppie devono sviluppare un apprendimento specifico su nuovi standard di erotismo con cui relazionarsi. L'eccitazione sessuale implica un'interazione complessa che richiede l'elaborazione di informazioni che provengono da stimoli sessuali, eccitazione centrale, risposta genitale e comportamento. Normalmente, i livelli di eccitazione sessuale sembrano essere diminuiti nelle donne con FM e nelle donne che soffrono di dolore cronico generalizzato. Uno dei compiti dell'eccitazione sessuale è preparare la vagina al rapporto. I primi secondi di stimolazione sessuale portano alla dilatazione arteriosa che aumenta il flusso del sangue nei tessuti vaginali. La vasocongestione provoca la trasudazione che sposta il liquido interstiziale attraverso i tessuti epiteliali alla superficie del lume vaginale. A questo punto, mentre la stimolazione continua, le goccioline di liquido si uniscono, creando un film attorno alla superficie del lume (processo di lubrificazione). La lubrificazione è importante per consentire una penetrazione indolore. La metanalisi di AJ Ricoy-Cano et al. ha mostrato un'alterata lubrificazione sessuale femminile nelle donne con FM, valutata principalmente con la FSFI (Female Sexual Function Index, Indice di Funzionalità Sessuale Femminile). Ad oggi, l'apparente relazione tra FM, problemi di vasocongestione e difficoltà di lubrificazione spesso non viene presa in considerazione.
Un altro fattore da valutare è l'alterazione dell'orgasmo nelle donne con FM, che porta alla mancanza di soddisfazione sessuale: se si prendono in considerazione gli alti livelli di dolore durante l’atto sessuale sperimentati dalle donne con FM, è difficile immaginare che le pazienti con FM ottengano una buona soddisfazione sessuale mentre manifestano i sintomi della malattia.
Il tema dei trattamenti è piuttosto complesso dal momento che attualmente non esiste un farmaco capace di guarire dalla fibromialgia. L’approccio farmacologico prevede il ricorso a farmaci anticonvulsivanti come il pregabalin (già approvato dalla FDA per la fibromialgia) o il gabapentin che agiscono contro il dolore, considerato il principale sintomo della malattia. Vi sono però delle linee di ricerca tuttora aperte da cui sono attese interessanti novità, come l’utilizzo di analgesici (ad esempio tramadolo), destrometorfano (è possibile che questo farmaco usato contro la tosse possa ridurre il dolore provocato dalla fibromialgia, agendo contro l’infiammazione a livello del sistema nervoso centrale), miorilassanti (da assumere quotidianamente per via sublinguale prima di andare a letto), antidepressivi (duloxetina, milnacipran, amitriptilina), antiemicranici, Lu AG06466 (questa molecola, agisce inibendo l’azione della monoacilglicerolo lipasi -MAGL-, un enzima coinvolto in numerosi processi fisiopatologici fra cui la regolazione dell’infiammazione, l’insorgenza di stati d’ansia, la modulazione immunitaria e la coordinazione motoria). Interessante è il possibile utilizzo ad uso medico della cannabis che (secondo il Decreto Ministeriale del 9/11/2015), non può essere considerato una terapia propriamente detta, bensì un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, quando questi ultimi non hanno prodotto gli effetti desiderati, o hanno provocato effetti secondari non tollerabili, o necessitano di incrementi posologici che potrebbero determinare la comparsa di effetti collaterali.
È opportuno precisare che i meccanismi patogenetici sottostanti l’insorgenza della fibromialgia sono ancora in fase di studio. Per questa ragione non è possibile limitare l’intervento alla sola sfera dei farmaci e occorre considerare un approccio di tipo non farmacologico con pratiche che possano aiutare il paziente a “controllare” ciò che può acuire il dolore, elemento distintivo della malattia. I trattamenti non farmacologici e le terapie fisiche (la TENS - Transcutaneous Electrical Nerve Stimulator - è l'unica ad aver dimostrato risultati realmente efficaci), l'esercizio aerobico e la terapia cognitivo-comportamentale, possono essere d'aiuto nei miglioramenti funzionali e risultano estremamente efficaci nel modificare l'iperattività neurovegetativa presente nella fibromialgia.
La paziente con FA ha quindi necessità di essere presa in carico da un’equipe multidisciplinare (medico di medicina generale, ginecologo, reumatologo, fisioterapista, terapista del dolore, osteopata, psicologo), ma è sempre da ricordare che il Consiglio Superiore di Sanità identifica il reumatologo come specialista di riferimento.